Moda e sostenibilità: quando il second hand fa il boom
I mercatini dell’usato o del second hand sono un fenomeno che sono in voga da molto tempo.
In Francia, si chiamano marchée aux pouces ed esercitano, ancora oggi, un discreto fascino sia sugli indigeni che sui turisti. Nel campo della moda questo fenomeno, negli ultimi tempi, è andato crescendo. Un po’ per la crisi economica, un po’ per la pressione esercitata dai media e dalle associazioni pro ambiente, che si scagliano contro l’iper consumismo e contro gli sprechi, il second hand sta vivendo una stagione molto felice.
Il target del second hand
E, non solo tra le consumatrici, poiché anche gli uomini stanno scoprendo questo fenomeno. Il Resale Report 2019 di ThredUp, piattaforma americana specializzata nella vendita di capi di abbigliamento e accessori di seconda mano, ha fatto una fotografia del fenomeno – anche se limitato agli Stati Uniti, tuttavia sappiamo che i trend sociali spesso vengono anticipati da questo Paese -. Negli States questo mercato vale oggi circa 24 miliardi di dollari, ma le previsioni sostengono che sia destinato a salire fino a 51 miliardi nel 2023.
Non solo: sempre secondo le previsioni – a dir poco rosee -, nel 2028 il mercato del second hand varrà più di quello del fast fashion -. Il trend, comunque, è in crescita anche in Italia dove piattaforme online come Vestiare Collective registrano vendite maggiori rispetto ad altri Paesi europei.
Ma quali sono le ragioni di tanto successo, soprattutto tra un pubblico giovane?
In primis il fenomeno è di tipo sociale: Instagram è il social che per antonomasia raccoglie un bacino di followers e utenti giovani molto ricco, dove gli utenti cercano di avere “outfit” all’ultimo grido o sempre nuovi, per questo, non investono nel nuovo, ma in capi usati e, quando non li indossano più, li rivendono – ad esempio, anche su Debop -. Su Milano, il trend è molto seguito anche da persone insospettabili, che amano recarsi da Humana o da Bivio; quest’ultimo riceve il 50% del valore della merce sotto forma di acquisto in negozio o il 30% in contanti. In secondo luogo, la ragione del successo di questo fenomeno è da addurre al target giovane che è molto sensibile alla questione della sostenibilità e usa e riusa gli stessi capi, proprio come scelta etica per evitare eccessi negli acquisti e consumismo sfrenato, allungando la vita dei capi.